L’artista anglosassone torna nel torinese dopo una lunga assenza: la Reggia sabauda ospita nei propri giardini dieci opere realizzate fra il 1997 ed il 2021
Tre altissime sculture in bronzo dalle insolite forme di colonne sinuosamente tortili, con spirali ellittiche all’apparenza in un equilibrio che precario, svettano a Torino, in corso Sebastopoli, proprio di fronte all’ingresso dello Stadio Olimpico, l’ex stadio Comunale. In quell’occasione, la triplice installazione era stata realizzata su commissione della Fondazione De Fornaris come simbolo delle olimpiadi Invernali 2006, da Tony Cragg, uno degli artisti contemporanei inglesi più affermati al mondo, nato a Liverpool nel 1949 e dal 1977 naturalizzato in Germania, a Wuppertal, dove ha realizzato un grande parco di sculture in cui sono visibili opere di molti celebri artisti contemporanei.
Dopo 16 anni Cragg ritorna nel territorio torinese, invitato da Guido Curto, direttore generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, per realizzare alla Reggia di Venaria una mostra che dal 9 giugno 2022 all’8 gennaio 2023 presenta una selezione di dieci sculture create tra il 1997 e il 2021, ambientandole all’interno del percorso espositivo permanente della Reggia, a cominciare dalla Corte d’Onore, proseguendo nel Parco Alto dei Giardini della Reggia, per arrivare fino all’atrio delle Scuderie Juvarriane.
Opere di grandi dimensioni, plasmate usando svariati materiali - dal bronzo al legno, dalla vetroresina all’acciaio – tutte connotate dalle tipiche linee mosse e sinuose, che paiono modellate su un gigantesco tornio. Il lavoro di Tony Cragg analizza da sempre le relazioni esistenti tra l'essere umano e l’ambiente: sfruttando un'ampia selezione di materiali e di tecniche scultoree, Cragg mette in connessione la figura, l'oggetto e il paesaggio. Il punto focale dell’opera artistica di Tony Cragg è incentrato su un incessante processo di esplorazione delle possibilità offerta dai materiali e dall’idea di rimodellare il mondo che ci circonda. Per Cragg la scultura è un modo per aprire un enorme potenziale di nuove forme e significati, di sogni e linguaggi.
Parallelamente alla mostra, viene presentata l’opera “Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più”, di un altro grande maestro contemporaneo già presente alla Venaria: Giovanni Anselmo. Questa scultura, pur essendo da diversi anni esposta in permanenza al centro del Gran Parterre dei Giardini, non aveva mai avuto ad oggi una presentazione ufficiale. Giovanni Anselmo, artista di straordinaria levatura, nasce nel 1934 a Borgofranco d’Ivrea, ma da sempre vive e lavora a Torino. Esponente di spicco dell’Arte Povera e figura centrale di quel gruppo di artisti, in larga maggioranza torinesi (come Mario e Marisa Merz, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio), assurti a fama internazionale a cominciare dagli anni ’70 grazie all’impegno intellettuale del compianto critico d’arte e curatore Germano Celant, Anselmo all’età di 88 anni merita un doveroso omaggio. Il suo lavoro, costituito da sei gigantesche lastre di granito nero, con sopra incisa in profondità la scritta che dà origine al titolo, consente alle stelle, che notte e giorno si avvicendano sulla sua verticale, di avvicinarsi di una spanna in più.
Quotidiano Canavese è il tuo sito di riferimento per la cronaca e gli eventi del Canavese ed è esclusivamente online! Scarica anche la nostra app per iOS o Android
Per poter aggiungere a preferiti l'articolo, è necessario registrare gratuitamente un account.