Mantenere e diffondere la tradizione della produzione ceramica in un comune come quello di Castellamonte è un prestigioso obbligo. Iniziative che sono uno dei fiori all'occhiello del Canavese
di Silvia Leto - Canavesealcentro.it
Mantenere e diffondere la tradizione della produzione ceramica in un comune come quello di Castellamonte è un prestigioso obbligo. Castellamonte infatti, secondo la tradizione, sarebbe stata fondata dagli abitanti di Caneva o Canava, villaggio che sorgeva sulla sponda destra del fiume Orco, e fin dall'epoca romana è stata caratterizzata dell'estrazione e dalla lavorazione della terra rossa. Successivamente il piccolo nucleo urbano si spostò verso la collina, probabilmente per sfuggire alle insidie del torrente e nelle zone limitrofe sorsero cave in cui manualmente si estraeva l'argilla che veniva spostata nelle botteghe ceramiste dove, previo un periodo di stagionatura, iniziava la trasformazione.
La terra si lavorava con il tornio o con stampi a seconda del manufatto desiderato, si lasciava seccare al sole e come ultima fase vi era la cottura in apposite formaci a legna. A partire dal '600 oltre ai cosiddetti "pignatari" nacquero anche artigiani specializzati nella produzione di mattoni refrattari soprattutto nella frazione di Spineto. Importate fu la produzione di materiali laterizi, come coppi per la copertura delle case, mattoni decorativi, ornati e fregi (questi ornati si possono ammirare ancora oggi a Valperga nella chiesa di San Giorgio, a Cuorgnè nelle fasce della casa di Re Arduino, nella chiesa di San Rocco a Castellamonte ecc.) e le prestigiose "stufe". Nella seconda metà del Novecento ci fu la cessazione dell'estrazione in loco della terra rossa a causa delle alte tasse di estrazione, inoltre vi fu lo sbarco sul mercato delle materie plastiche e di riflesso ciò portò alla chiusura di molti stabilimenti della zona e i ceramisti ad abbandonare le loro attività.
La storia della produzione ceramica oggi non è più forte come in passato, ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare che essa ha segnato e accompagnato per decenni lo sviluppo socio-economico e territoriale di questo comune e più in generale del Canavese. Per questa ragione mantenere vivo il legame con la tradizione e con la storia artistica del territorio è un obbligo.
Il 20 agosto è stata inaugurata la 61^ Mostra della Ceramica di Castellamonte, che vede un sodalizio tra i comuni di Agliè, San Giorgio e Castellamonte. L'intento nobile dei tre comuni è quello di promuovere la tradizione, il gusto e l'arte. Per l'occasione la Rotonda Antonelliana è stata allestita con interessanti opere ceramiche di artisti locali. Fra le arcate del Palazzo Comunale si possono ammirare le famose stufe di Castellamonte nelle varie versioni tradizionali e contemporanee. Presso il Liceo Artistico Felice Faccio è stata allestita una mostra che celebra il centenario dell'istituto, luogo che dal 1922 ad oggi si è fortemente impegnato nel trasmettere ai suoi studenti amore per l'arte e per la tradizione ceramica.
Queste iniziative sono uno dei fiori all'occhiello che il Canavese può vantare. Il lavoro di squadra tra comuni inoltre è la risposta vincente al "decadentismo" che ha pervaso per troppo tempo il nostro territorio, un territorio che ha tanto da raccontare e altrettanto da offrire a residenti e visitatori.
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