Il premier, insieme ai ministri Di Maio e Cingolani e all'ad dell'Eni Descalzi, è volato ad Algeri per chiudere il primo di una serie di accordi sull'energia. Lo scopo è di riuscire a liberarsi il più rapidamente possibile dal gas di Mosca: questa prima intesa consentirà di sostituire fino a un terzo del metano russo. "Oggi risposta significativa a dipendenza russa, lavoriamo con Algeria su rinnovabili e idrogeno verde", dice Draghi. Eni: accordo con Sonatrach fino 9 miliardi metri cubi gas
L'Italia e l'Algeria hanno firmato una serie di accordi sul gas. L'obiettivo è fronteggiare la dipendenza dalla Russia su questa materia prima. Il premier Mario Draghi, il ministro degli Esteri Di Maio e il ministro della transizione ecologica Cingolani sono volati oggi ad Algeri insieme all'ad dell'Eni Claudio Descalzi, per chiudere il primo di una serie di accordi sull'energia. "I nostri governi hanno firmato una Dichiarazione d'Intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell'energia. A questa si aggiunge l'accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l'Italia", ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi ad Algeri dopo la firma. "I rapporti tra Italia e Algeria hanno radici profonde", ha detto Draghi. "L'Algeria è il primo partner commerciale dell'Italia nel continente africano e l'interscambio tra i nostri Paesi è in forte crescita. A novembre, c'è stata la visita del Presidente della Repubblica con l'intitolazione del giardino "Enrico Mattei". Mattei è stato un grande protagonista della collaborazione tra i nostri Paesi, una collaborazione che oggi rafforziamo ulteriormente".
"Subito dopo l'invasione dell'Ucraina, avevo annunciato che l'Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo (GUERRA IN UCRAINA: SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA). Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altre”, dice Draghi. "Il governo vuole difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto. Voglio ringraziare i Ministri Di Maio e Cingolani e l'ENI per il loro impegno su questo fronte".
"L'Italia è pronta a lavorare con l'Algeria per sviluppare energie rinnovabili e idrogeno verde. Vogliamo accelerare la transizione energetica e creare opportunità di sviluppo e occupazione”, prosegue Mario Draghi. Il viaggio in Algeria, dove il premier e i ministri hanno incontrato anche il presidente Abdelmadjid Tebboune, ha lo scopo di riuscire a liberarsi il più rapidamente possibile dal gas di Mosca. Per smettere di finanziare indirettamente l'invasione dell'Ucraina da parte di Vladimir Putin e mettere in sicurezza le forniture, per non trovarsi spiazzati - e costretti a razionamenti - il prossimo inverno. Questo primo accordo, infatti, consentirà di sostituire fino a un terzo del metano russo.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha firmato con il suo omologo algerino Ramtane Lamamra il protocollo di intesa intergovernativo tra Italia ed Algeria per rafforzare la cooperazione in campo energetico. L'ad di Eni Claudio Descalzi ha siglato in parallelo l'accordo tecnico con i vertici di Sonatrach relativo alla produzione di gas, alla quantità contrattuale e alla definizione dei prezzi per il 2022-2023. "Continuiamo a lavorare senza sosta per la sicurezza energetica del nostro Paese", in primo luogo di famiglie e imprese, ha scritto poi su Twitter Di Maio.
L'accordo tra il presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, e l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi firmato ad Algeri "utilizzerà le capacità disponibili di trasporto del gasdotto (Transmed, ndr) per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche, fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all'anno nel 2023-24", comunica Eni in una nota.
L’Algeria al momento fornisce circa 21 miliardi di metri cubi di gas: si tratta del 31% del nostro import, seconda solo alla Russia. Questi metri cubi vengono trasportati in Europa via TransMed, il gasdotto che dal deserto del Paese Nordafricano, attraverso la Tunisia e il Mediterraneo, porta il gas in Sicilia, a Mazara del Vallo. Il tubo non lavora a pieno ritmo e ci sono i margini, spiegano fonti diplomatiche, per aumentare del 30% l'importazione del metano algerino. Presentando il piano strategico, Descalzi aveva calcolato in 9-11 miliardi di metri cubi le forniture aggiuntive che potrebbero arrivare da Algeria e Libia già entro il prossimo inverno. In media, come ha ricordato più volte il ministro Cingolani, importiamo dalla Russia circa 29 miliardi di metri cubi di gas che potrebbero essere ridotti velocemente di circa un terzo grazie alla collaborazione tra Eni e l'algerina Sonatrach. L'intesa tra le due società passerà anche per investimenti nelle infrastrutture, per potenziare l'estrazione nei giacimenti attivi e per accelerare lo sviluppo dei nuovi progetti, come quello annunciato a marzo nell'area Berkine Sud per olio e gas.
Con l'Algeria, comunque, è in corso da tempo un rilancio dei rapporti bilaterali: lo scorso novembre c’è stata la visita di Sergio Mattarella, ora quella del premier (che ha sentito al telefono Tebboune a inizio aprile), cui seguiranno la visita in Italia del presidente algerino a maggio e un vertice intergovernativo da preparare per i prossimi mesi, il primo dal 2015. Sul tavolo, oltre al gas, c’è anche il consolidamento dei rapporti di interscambio commerciale, già cresciuti del 44,5% nel 2021.
Il programma di Draghi e della delegazione italiana, dopo l’atterraggio ad Algeri, ha previsto la visita al Monumento del Martire. A seguire il bilaterale con il presidente della Repubblica algerina Abdelmadjid Tebboune. Al palazzo presidenziale Draghi ha presieduto poi alla firma del Protocollo di intesa intergovernativa sull'energia e di un accordo tecnico tra Eni e Sonatrach, il gruppo energetico algerino. Il premier va poi all'ambasciata italiana di Algeri, dove incontra la comunità italiana: sono circa 200 le imprese con presenza stabile in Algeria, impegnate nel campo energetico ma anche nei settori delle infrastrutture e delle grandi opere. A chiudere la visita una cena con il presidente Tebboune, dopo la quale il premier rientra in Italia.
La crisi energetica resta in cima alle preoccupazioni del governo italiano, per l'impatto su famiglie e imprese ma anche sulla realizzazione del Pnrr. Il viaggio ad Algeri è quindi il primo di una serie nell'agenda del premier delle prossime settimane, per accelerare al massimo la diversificazione delle fonti di approvvigionamenti: dopo Pasqua potrebbe essere la volta del Congo, seguito da Angola e Mozambico. Paesi con cui l'Italia intende "rafforzare la cooperazione energetica", come ha ribadito Di Maio, che ha già fatto tappa anche in Qatar e Azerbaijan per preparare il terreno a nuove intese.
Il premier, insieme ai ministri Cingolani e Di Maio, è atteso nella capitale algerina per chiudere il primo di una serie di nuovi accordi sulle forniture di metano che consentano una diversificazione energetica rispetto all’attuale dipendenza dalla Russia. Nel pacchetto di progetti anche l’accelerata per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili
Trovare fonti alternative al gas russo è una priorità assoluta per l’Italia. Per smettere di finanziare le casse di Putin e per essere pronti a qualsiasi evenienza, sia a un ulteriore inasprimento delle sanzioni sia a eventuali stop decisi all'improvviso da Mosca
Mario Draghi è oggi ad Algeri per chiudere il primo di una serie di nuovi accordi sulle forniture di metano che consentano quella diversificazione - in tempi rapidi - che fin qui è mancata e che ha reso l'Italia dipendente dalla Russia per quasi il 40% del gas che importa
Il premier si concentra sul dossier energia, mettendo tra parentesi per qualche ora le fibrillazioni della sua maggioranza. Martedì al suo rientro lo aspettano i leader di Lega e Forza Italia - Matteo Salvini e Antonio Tajani - per cercare di ricomporre la spaccatura sulla delega fiscale
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