Terni al voto nel 2023, Pd al lavoro: «Per una città attrattiva, plurale, europea» // Umbria24.it

2022-05-14 21:05:08 By : karen liu

Spinelli: «Il candidato sindaco sarà individuato sui tavoli del campo largo, ‘ascolto’ la nostra parola d’ordine». L’intervista

Ancora un anno all’appuntamento alle urne per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale di Terni e negli ambienti politici già sono in corso valutazioni, lavori, elaborazioni di programmi e ipotesi di candidature. Dopo l’intervista al sindaco della scorsa settimana, Umbria24 è andata a sondare il terreno in casa Dem. Di seguito l’intervista al segretario dell’unione comunale del Pd, Pierluigi Spinelli.

Ripartire dalle persone perbene, questo lo slogan del Pd, anche e soprattutto in vista delle amministrative 2023, che ha affidato ai due ex sindaci Raffaelli e Di Girolamo un ruolo importante nel gruppo di lavoro per il piano delle idee. Quale valore aggiunto possono portare?

Tanti ex amministratori e persone qualificate con generosità hanno voluto mettere a disposizione un bagaglio prezioso di esperienza, competenza e memoria storica.  Alcuni, dopo un comprensibile periodo di stacco, si sono riavvicinati con entusiasmo. Inoltre, anche attraverso le numerose iniziative di approfondimento e incontro organizzate, si sono avvicinate tante persone collegate a molti importanti ambienti cittadini, portatrici a loro volta di esperienze e competenza, che non si erano mai occupate di politica, in controtendenza con l’isolamento in cui versa il Sindaco. È fondamentale che le generazioni si parlino e si ascoltino per guardare al futuro con consapevolezza.

Circolano i nomi di Sereni, Corradi e altri nei quali il partito scorgerebbe il profilo del candidato sindaco ideale. Quindi la fase successiva all’elaborazione delle idee è l’individuazione dell’aspirante primo cittadino?

La scelta dei nomi si farà con la coalizione su obiettivi e programmi condivisi, e ci stiamo lavorando. È dunque una scelta prematura, perché è necessaria una riflessione approfondita e non superficiale e, come già detto da importanti rappresentanze cittadine, manca un anno dal voto e si rischia di inquinare un dibattito che deve essere sereno e focalizzato sui contenuti.

Le prove di coalizione coi Cinque stelle alle Provinciali sono state un fallimento, non solo per l’esito della consultazione ma anche per come l’accordo è maturato e persino l’espressione del voto. In vista del rinnovo di sindaco e consiglio comunale, quindi anche la giunta, è a quella o ad altre forze che oggi come oggi il Pd guarda con maggiore interesse?

Non sono d’accordo sul definirlo un fallimento. Ad esempio per la consultazione della Provincia. Qua il risultato non era per niente scontato e anzi era una partita complicata, diversa dalla situazione a Perugia, ma c’è comunque stato accordo sulle liste. C’è collaborazione sia a livello comunale che a quello regionale. Puntiamo a un campo largo il più possibile, non solo in termini di rappresentanza politica, ma anche sociale, culturale, civica, ascoltando tutti senza lasciare indietro nessuno.

Le correnti politiche, territorialmente quanto a livello nazionale, hanno per lungo tempo caratterizzato il Pd, nel bene e nel male. Oggi se ne sente parlare sempre di meno ma la frammentazione della sinistra è esasperata. Che anima ha mantenuto il Pd? È unito? Cosa può vantare rispetto alle altre forze?

Ci troviamo in una fase politica completamente diversa da quella che ha caratterizzato gli anni precedenti. La mia segreteria e quella di Letta sono iniziate quasi insieme ed entrambe con l’intenzione di superare le correnti e guardare al pluralismo. A Terni siamo partiti con le idee chiare creando le condizioni per un congresso unitario e stiamo lavorando in maniera serena e collaborativa. Mentre a destra assistiamo a una guerra quotidiana di posizione, noi stiamo lavorando per unire culture, proposte, generazioni, associazionismo, per andare al cuore dei problemi e delle opportunità di una città tenace e generosa, con tante opportunità ancora da valorizzare.

La giunta Latini ha sciolto diversi nodi lasciati dall’amministrazione Di Girolamo. Che città sentite di aver lasciato quattro anni fa e che città ritenete si ritroverà il prossimo sindaco di Terni?

Più che di giunta bisognerebbe parlare di giunte, dati gli interminabili rimpasti. Arrivati quasi a fine mandato non mi risultano nodi sciolti, ma al contrario nuovi problemi creati. Cito per tutti lo strangolamento incomprensibile dell’associazionismo -storicamente un grande patrimonio della città- in modo particolare di quello sociale e socio assistenziale, per cui ci stiamo battendo. Questa è un’amministrazione immobile, passiva, isolata e litigiosa, che per andare avanti è stata costretta ad andare in scia a molti progetti lasciati in eredità dal centro-sinistra. Fermi su ospedale, stadio, infrastrutture, problemi industriali e del lavoro, senza mai riuscire ad incidere sui tavoli decisionali, a partire dalla questione AST su cui sia la presidente Tesei, sia il sindaco Latini sono stati latitanti e sordi alle richieste di ascolto delle parti sociali. Il disastro della sanità, con la seconda azienda ospedaliera regionale di una ex regione benchmark ridotta all’osso e gestita in maniera irresponsabile e incompetente senza che il Sindaco sbattesse i pugni e proferisse parola, nonostante le critiche in Consiglio. Ogni progetto è stato portato a termine grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio, che poi ha dato pubblicamente dei giudizi fortemente critici verso l’Amministrazione. Ci sarà molto lavoro da fare per sistemare le cose, ma abbiamo le competenze, le energie e l’entusiasmo per poterlo fare.

Pd in maggioranza con M5s, Lega, Fi e altre forze, ‘alla corte’ di un premier come Mario Draghi, in un contesto storico piuttosto complesso. Cosa lascerà l’attuale governo, al Paese e alla politica?

Data la complessità della situazione e l’importanza degli obiettivi, senza giochi né propaganda il Partito Democratico con grande senso di responsabilità si sta impegnando perché le questioni serie vengano affrontate e risolte, perché in gioco c’è il futuro del Paese. Mentre altre forze politiche hanno agito per solo tornaconto elettorale, quando probabilmente per puro calcolo sarebbe convenuto al Partito Democratico andare al voto, ma a scapito della tenuta del Paese in un momento di crisi.

Dove secondo il Pd il sindaco Latini ha lasciato più a desiderare e come avreste agito al suo posto?

Difficile riassumere in poche righe, non dimentichiamo che il suo mandato era partito con un immediato commissariamento politico romano. I continui cambi di casacca, il trasformismo permanente dei consiglieri, l’immobilismo per non scontentare nessuno tra i capetti locali sono il frutto di una costante debolezza, subalternità, mancanza di autonomia e sudditanza nei contraddittori ordini dai vertici leghisti perugini. C’è stato un evidente abbandono dei quartieri e delle periferie, un’insensata già citata desertificazione dell’associazionismo sociale, discutibilissime e opache scelte sul PNRR che è un’enorme opportunità di finanziamento inedita, negligenza su questioni afferenti la vita dei cittadini come la vicenda Taric, la problematiche socio sanitarie legate all’emergenza abitativa. Avremmo agito e agiremo ascoltando la città, le parti sociali, le varie rappresentanze in maniera trasparente e aperta che è l’unico sistema per trovare le soluzioni.

Esiste una nuova generazione Dem pronta a mettersi in gioco e che ruolo hanno oggi i circoli del partito? Esiste una nuova generazione dal punto di vista anagrafico, che sta contribuendo attivamente al percorso programmatico, fatta di giovani in gamba che sono una linfa vitale preziosa; poi ci sono molti politicamente giovani, che sono un po’ più “grandi”, ma sono risorse mai messe alla prova in posti apicali e stanno lavorando e sono pronte a mettersi a disposizione. I circoli sono un presidio importantissimo, un punto di riferimento sui territori sempre attento a segnalarne i bisogni.

Quale Terni del futuro sogna il Pd e su quale progetto scommetterebbe per realizzarla?

Abbiamo appena iniziato il percorso programmatico che coinvolgerà un po’ tutti gli attori della città interessati a costruire una visione diversa dalla non-visione attuale, con lo scopo di avere una Terni forte, plurale, aperta, capace di offrire prospettive concrete ai suoi giovani. Una città capace di tenere insieme il consolidamento e lo sviluppo del suo patrimonio industriale e cogliere le nuove occasioni di comunicazione, digitale, patrimonio culturale immateriale. Una città attrattiva, nazionale ed europea, che sia una cerniera tra l’Umbria, Roma e Bruxelles, lontana dal municipalismo asfittico di questi quattro anni. Va dunque ricostruito il suo disegno di crescita e sviluppo agendo su tutti gli assi strategici. Pensiamo all’alta formazione, all’ITS su cui né Comune, né Regione hanno fatto nulla, all’Università, che ha lanciato pubblicamente un gancio che è rimasto lettera morta, alla nostra grande storia industriale che rappresenta molte e concrete opportunità future. In quattro anni il contributo dato da questa amministrazione in termini di attrattività, proposta, sviluppo è stato pari a zero.ù

C’è la volontà di riproporre la festa de l’Unità? Se sì quando e che tipo di evento si pensa di organizzare: in linea col passato o un format innovativo?

L’anno scorso tra settembre e ottobre avevamo realizzato una serie di iniziative tematiche che abbiamo chiamato “Appuntamenti con l’Unità”, su tanti temi, da quelli di respiro più ampio a quelli più strettamente correlati alla vita della città, con un buon esito partecipativo. Quest’anno abbiamo pensato di fare un ulteriore passo rilanciando la Festa con momenti aggregativi e ricreativi e di approfondimento politico, probabilmente a fine luglio. Poi in autunno, come lo scorso anno, seguiranno alcuni appuntamenti di tipo più convegnistico. Fin dall’inizio del mandato di questa Segreteria abbiamo investito tempo e energie per tornare a organizzare momenti di incontro e partecipazione con la cittadinanza.