Il giro di vite partirà venerdì. Con la Regione che ha deciso, con una delibera di ieri, di diminuire i rimborsi per i laboratori di analisi che eseguono i tamponi, sia quelli molecolari sia quelli antigenici. E con le farmacie - salvo non arrivino nei prossimi giorni, a cambiare il quadro, diverse disposizioni a livello nazionale - che non offriranno più i tamponi gratis, a carico della sanità pubblica, in caso di guarigione o fine quarantena. Stesso discorso per quanto riguarda il prezzo, finora calmierato intorno ai 7 euro, per i tamponi riservati agli adolescenti nella fascia tra 12 e 18 anni: entrambi erano provvedimenti legati allo stato di emergenza nazionale. Che tra due giorni arriverà alla sua conclusione.
Eccolo, un risvolto del "ritorno alla normalità" che, dopo due anni di pandemia, attende i lombardi a partire dalla fine di questa settimana. Con l'inizio della nuova fase di lotta al Covid e di convivenza con il virus che comporterà anche il "pensionamento" della struttura commissariale, anche le analisi finora utilizzate per diagnosticare i casi di positività al Sars-Cov-2 non saranno più in toto passate dal servizio sanitario regionale. O meglio: non saranno a carico dei pazienti se effettuate negli ospedali o nei laboratori, pubblici o convenzionati, che fanno parte della rete regionale.
Saranno invece a carico delle famiglie se eseguite nelle farmacie, dove finora erano garantiti gratis a chi doveva fare il test per certificare la guarigione (dopo tre giorni senza sintomi) o la fine dell'isolamento, a chi doveva fare un tampone dopo la fine della quarantena a cui era stato costretto perché contatto di caso positivo, a chi era appena rientrato dall'estero o a chi è esente dal vaccino per una specifica patologia medica. Il nuovo corso partirà dai rimborsi previsti per i tamponi: per gli antigenici, a seconda del tipo, d'ora in poi la Regione pagherà ai laboratori un tariffa di 10 o 18 euro (a seconda se la lettura del campione avviene con il metodo della lettura "manuale" o "facilitata"), contro i 15 e i 20 euro che, rispettivamente, finora venivano versati.
Per quanto riguarda invece il rimborso dei test molecolari, questo passerà dagli attuali 45 euro, versati dalla Regione al laboratorio, a 35 euro. "Nulla cambia per i cittadini - puntualizzano dalla Direzione generale Welfare della Regione - . Grazie all'impegno dei professionisti della medicina di laboratorio che ha permesso l'efficientamento della diagnostica, al progresso tecnologico e all'impegno dell'industria, è stato possibile rivedere le tariffe di rimborso dei tamponi antigenico e molecolari. Tale riduzione è stata possibile in quanto si è ampliata l'offerta di mercati dei reagenti e dei kit, e un ampliamento dei soggetti che, in Lombardia coma altrove, sono attrezzati ed autorizzati per la processazione dei tamponi".
Diverso il discorso per i test che, nello stato di emergenza, si era concesso a livello nazionale di fare a carico del sistema pubblico anche nelle farmacie che avevano aderito: questi, salvo sorprese, non saranno più eseguiti gratis, ma a carico degli assistiti, così come quelli finora scontati per gli adolescenti. Indicativamente si parla di 15 euro a test antigenico, anche se non c'è una disposizione che prevede che tutte le farmacie li eroghino allo stesso costo.
Intanto, l'assessorato "tira" anche le somme: in due anni sono stati assunte oltre 3 mila tra medici, infermieri e operatori sanitari nella sanità regionale. Con il numero dei dipendenti salito dai 100.957 del 2019 a 104.021, il 73 per cento donna. "Il rafforzamento degli organici e la loro stabilizzazione - dice la vicepresidente Letizia Moratti - sono una priorità. Dimostrano l'impegno per rendere la sanità lombarda ancor più capace di rispondere alle esigenze di salute dei cittadini. La valorizzazione del capitale umano e l'ingresso di nuove professionalità sono il motore del sistema accanto agli investimenti per il rinnovo delle strutture, per ridurre i consumi energetici e l'impatto ambientale e rafforzare la medicina territoriale".