Lavoro, 2 aziende su 3 irregolari dopo i controlli di Inl, Inps e Inail- Corriere.it

2022-08-13 06:00:58 By : Mr. Jack Chen

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Più controlli, più irregolarità alla luce del sole . La relazione annuale dell’Ispettorato del lavoro sull’attività dell’anno passato mostra un quadro a tinte fosche per il mondo del lavoro in Italia. Su «62.710 ispezioni» realizzate nelle aziende dall’Ispettorato (Inl) nel 2021 più del 62% del campione è risultato irregolare. Ma, se si considerano i controlli effettuati globalmente insieme a Inps e Inail, pari a 84.679, la percentuale delle imprese irregolari sale al 69%.

Nel documento si spiega che l’aumento dei controlli (+9,7%) ha avuto un notevole effetto di trascinamento verso l’alto delle ispezioni in materia previdenziale (+14%) e in materia assicurativa (+33%). Gli indici di irregolarità più elevati, viene indicato, «si riscontrano nell’edilizia e nel terziario laddove, in particolare, si rileva un tasso di irregolarità notevole nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio , ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese, dove gli indici di irregolarità sono riconducibili, in primo luogo, ad esternalizzazioni e interposizioni illecite». Dice il direttore dell’Ispettorato, Giordano Bruno: «Il tema del lavoro sommerso, della sicurezza del lavoro, delle tutele del lavoro costituisce il principale campo di attività dell’Ispettorato, che ha portato a una diminuzione del lavoro sommerso dell’8 % in presenza dell’incremento dell’attività ispettiva. Più ispezioni, meno lavoro nero. Meno lavoro nero, meno concorrenza sleale».

Sul lavoro nero però i numeri preoccupano. La presenza di lavoratori sommersi è di circa il 26% (15.150 persone) dei 59.362 lavoratori irregolari tutelati dall’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl). Nel Nord est si registra il tasso massimo di irregolarità di oltre il 70%, che scende al 61,48% circa nel Nord ovest , a quasi il 60 % al Centro e al Sud. Se si guarda al rapporto tra il numero di occupati «in nero» e quello delle ispezioni con esito irregolare, «le percentuali più elevate a livello regionale sono state rilevate in Campania (60 addetti «in nero» per 100 controlli con esito irregolare), seguita da Toscana (52%) e Calabria (48%)». Si conferma, poi, recita il dossier, «la tendenza a una diminuzione generale del lavoro sommerso per le donne , determinando una riduzione della quota femminile che dal 40% del 2019 passa al 30% del 2021, e si assiste conseguentemente ad una crescita della quota maschile di lavoro «in nero», che va dal 60% del 2019 al 70% nel 2021». Inoltre, «su 3.971 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, 3641 sono per lavoratori «in nero», e 330 per violazioni sulla salute e sicurezza».

Il dossier tocca poi la questione dei ciclofattorini del settore delivery. «Tra le tante, significative azioni di vigilanza e di polizia giudiziaria svolte nel corso del 2021 dal personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl)», si mette in luce quella svolta a Milano congiuntamente a Nucleo ispezioni lavoro dei Carabinieri del capoluogo lombardo, Inps e Inail «nei confronti di quattro società di gestione delle attività di consegna a domicilio: sono state assicurate ai 60.000 rider delle società ispezionate le tutele previste per i lavoratori subordinati, sotto il profilo retributivo, previdenziale e di salute e sicurezza».

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