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RESANA Non aveva le protezioni il tornio che ha inghiottito Giuseppe Taccin. Questo il primo riscontro delle indagini dello Spisal, ancora in atto. Al momento dell'arrivo degli ispettori, il tornio era sprovvisto delle protezioni necessarie. E della tragedia non ci sarebbe nessun testimone oculare: la vittima era da sola quando è stata inghiottita dal tornio. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire quei drammatici momenti basandosi sui rilievi e sulle testimonianze dei primi soccorritori. L'ipotesi al vaglio è che nel momento in cui la maglia del malcapitato si è incastrata nel macchinario non sia scattato nessun meccanismo di blocco automatico della macchina. Spetterà agli ulteriori accertamenti comprendere se la mancanza dei dispositivi di sicurezza è dovuta ad uno spostamento da parte di chi l'ha soccorso oppure non ci sono mai stati. Un dettaglio fondamentale. TRADITO DA UNA MANICA Per ora quel che è certo è che a tradire il 65enne titolare della ditta individuale T.M. Torniture Meccaniche di via Piave, a San Marco di Resana, è stata la manica lunga del maglione che indossava. E' stato proprio un lembo di stoffa a inserirsi nel tornio che ha continuato a girare fino a risucchiarlo. Da chiarire anche se è stata la morsa del macchinario attorno alla maglia a provocarne la morte oppure se l'uomo abbia sbattuto la testa mentre il macchinario lo tirava a sé. Il tornio, girando, potrebbe aver fatto perdere l'equilibrio all'artigiano facendolo sbattere contro il tavolo da lavoro o su un altro attrezzo lì vicino. Ma sarà l'eventuale autopsia disposta dal magistrato a fare chiarezza sulle cause della morte del 65enne. Lo Spisal ha trasmesso alla Procura - che aprirà un fascicolo - una prima informativa in attesa degli esiti di ulteriori accertamenti per appurare se i protocolli di sicurezza fossero o meno rispettati nella ditta individuale di Taccin, ormai prossimo alla pensione. A ritrovare Giuseppe, verso le 18, è stato il figlio Riccardo di 25 anni che, tornando a casa, non aveva trovato il papà. Così è andato a cercarlo nel capannone a pochi passi alla loro abitazione. E l'ha trovato riverso sul tornio già fermo. Ha chiamato i soccorsi che, giunti sul posto, ne hanno accertato il decesso. MINUTO DI SILENZIO Il dolore provocato dalla morte di Giuseppe Taccin, conosciuto come Bepi, è una voragine in tutto il territorio resanese. Era un volontario attivo, membro del Gruppo culturale di San Marco, donatore medaglia d'oro dell'Avis e cittadino attivo a 360 gradi, soprattutto nell'ambito del sociale. «Sarà un Natale triste» - aveva preannunciato il sindaco Stefano Bosa, che in apertura del concerto di ieri sera ha richiesto un minuto di silenzio. Allo scoccare delle 20.45, la chiesa arcipretale di Resana si è ammutolita in un ricordo commosso. Bepi è venuto a mancare proprio a ridosso delle feste, che di solito lo vedevano molto impegnato come volontario del gruppo culturale San Marco. Dava una mano anche durante la mostra dei Presepi che si apprestava ad averlo nel team di controllo degli accessi anche quest'anno, a partire da domenica. In un primo momento la rassegna era stata messa in standby per onorare Taccin ma, visto il grande lavoro organizzativo che c'è alla base si farà lo stesso. Ma senza cerimonia di inaugurazione. Lucia Russo © RIPRODUZIONE RISERVATA