Strage di Capaci, Palermo ricorda l'anniversario della morte di Falcone - la Repubblica

2022-06-18 23:03:05 By : Ms. Stella Dong

A trent'anni dalla strage di Capaci la politica a Palermo non riesce a liberarsi dai rapporti con i condannati per reati di mafia. Oggi al Foro Italico alla commemorazione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Scifani, non si è presentato il candidato sindaco di Palermo Roberto Lagalla sostenuto da Marcello Dell'Utri e Salvatore Cuffaro. Lagalla che ieri alla "Repubblica della memoria" era stato attaccato da Maria Falcone e da Pif ha scritto una lettera alla sorella del magistrato assassinato nell'eccidio di Capaci annunciando che non si sarebbe presentato. Sul palco allestito al Foro Italico hanno partecipano alla commemorazione il Capo dello Stato Sergio Mattarella e i ministri dell'Interno Luciana Lamorgese, della Giustizia Marta Cartabia, degli Esteri Luigi Di Maio, dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, dell'Istruzione Patrizio Bianchi e ancora: il capo della polizia Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi.

La grande folla di persone riunita sotto l'albero Falcone ha osservato un minuto di silenzio alle 17.58 in punto, l'orario dell'esplosione sull'autostrada di Capaci. Sono stati letti i nomi delle vittime, poi una tromba ha intonato le note del silenzio. Così si è chiusa la manifestazione.

Gianni Morandi, davanti all'albero Falcone ha cantato "C'era un ragazzo", brano contro la guerra in Vietnam. Sono intervenuti anche Malika Ayane e Giovanni Caccamo.

"Per il trentennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio, siamo qui come ogni anno a ricordare da che parte della città stiamo e da che parte della città vogliamo stare, coltivando beni comuni contro Cosa nostra", così il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli, presente in via Notarbartolo davanti all'albero Falcone.

"Lagalla ci risparmi almeno il vittimismo. È lui che ha scelto la strada dell'ambiguità e ha sacrificato i valori di Palermo al suo interesse elettorale", così il candidato del centrosinistra a sindaco di Palermo, Franco Miceli. "No caro Lagalla - ha aggiunto - non si può onorare la memoria di chi ha sacrificato la vita per la lotta alla mafia e intanto appoggiarsi a chi ha intrattenuto rapporti con Cosa nostra. Hai scommesso sulla smemoratezza dei palermitani e hai perso".

E' partito dalla facoltà di Giurisprudenza il corteo che arriverà all'albero Falcone ovvero il ficus sotto l'abitazione di via Notarbartolo del magistrato ucciso nella strage di Capaci. "Non vogliamo vedere personaggi come Totò Cuffaro e Marcello Dell'Utri, non vogliamo vedere nella nostra terra che è bellissima un candidato sindaco che è appoggiato da questi soggetti", hanno urlato al megafono gli studenti che prendono parte al corteo.

"L'ex giudice Carnevale non ha ancora imparato a tacere. Ricordiamo tutti le sue sgradevoli e ingiuriose parole nei confronti di Giovanni intercettate dagli inquirenti. Ricordiamo quando lo definiva 'un cretino'. Ma al di là degli insulti di un uomo che passerà alla storia solo come l'ammazzasentenze, resta il fatto che grazie al lavoro di mio fratello sono finiti in carcere con condanne definitive centinaia di mafiosi come mai prima. Carnevale può vantare solo assoluzioni e scarcerazioni. Le sue parole equivalgono a una medaglia". Così Maria Falcone ha replicato all'ex giudice Corrado Carnevale, che in un'intervista all'Adnkronos aveva parlato di Giovanni Falcone come di un magistrato "ispirato dal desiderio di fare carriera".

Maria Falcone, allo Spasimo, si è rivolta alle ministre degli Interni e della Giustizia Luciana Lamorgese e Marta Cartabia, sedute in prima fila con il titolare degli Esteri Luigi Di Maio: "Adesso - ha detto - manca solo Messina Denaro. Quando lo prenderemo brinderò con voi, ministre. La lotta alla mafia si regge sulle spalle di un gigante che si chiamava Giovanni Falcone. Ma io non amo chiamarlo eroe: era un magistrato, un uomo che faceva il suo lavoro".

"Più saremo capaci di vera cooperazione, più si ridurranno gli spazi percorribili per le infiltrazioni illecite. All'origine della concreta visione che attraversò tutto l'operato di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino c'era una conoscenza profondissima delle dinamiche mafiose, risalente ai tempi in cui i due futuri magistrati giocavano - bambini - nelle strade di questo quartiere con coetanei che avrebbero poi rincontrato in altra veste: loro magistrati, gli altri picciotti dei clan". Così la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, allo Spasimo del rione Kalsa di Palermo.

"Anche l'ordinamento giudiziario è stato modificato per attribuire un maggior rilievo alle obiettive qualità professionali del magistrato rispetto al criterio della mera anzianità, non idoneo a rispondere alle esigenze dell'Ordine giudiziario". Così il presidente Sergio Mattarella nel suo intervento alla commemorazione della strage di Capaci.

"Le visioni d'avanguardia, lucidamente "profetiche", di Falcone non furono sempre comprese; anzi in taluni casi vennero osteggiate anche da atteggiamenti diffusi nella stessa magistratura, che col tempo, superando errori, ha saputo farne patrimonio comune e valorizzarle", ha detto il presidente Sergio Mattarella.

Maria Falcone replica a Roberto Lagalla che ha deciso di disertare la commemorazione della Strage di Capaci dopo le critiche della sorella del giudice ucciso trent'anni fa: "Non è un problema che mi riguarda. Credo di avere detto delle cose chiare e di non avere aggredito nessuno. Occorre una politica che non dia il minimo sospetto, pur riconoscendo che Lagalla è stato un ottimo amministratore".

"Da queste drammatiche esperienze si dovrebbe trarre un importante insegnamento per il futuro: evitare di adottare le misure necessarie solo quando si presentano condizioni di emergenza", così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento alla manifestazione di Palermo. "È compito delle istituzioni prevedere e agire per tempo, senza dover attendere il verificarsi di eventi drammatici per essere costretti a intervenire. È questa consapevolezza che dovrebbe guidare costantemente l'azione delle Istituzioni per rendere onore alla memoria dei servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la tutela dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica".

"Con Falcone c'era un raccordo professionale, ma anche un rapporto familiare che comprendeva le rispettive mogli e che cercavamo di sfruttare il più possibile, inclusi gli ultimi mesi della sua vita. Pochi erano gli amici. C'era stato un periodo di apprendistato da parte mia e poi un altro periodo di collaborazione successivo. L'approfondimento della collaborazione con gli stati stranieri, quella molto intensa con gli Stati Uniti d'America che avviò in quel periodo e che prosegue tuttora: sono questi gli insegnamenti di Falcone e Borsellino che cerchiamo di attuare e trasmettere".

"In pandemia c'è stato un momento di grave crisi. Si possono registrare tentativi di infiltrazione anche immettendo dei capitali per cercare di sostenere e approfittarsene per prendere il controllo di imprenditori in difficoltà. A tutto questo abbiamo reagito e stiamo lavorando. E' stato istituito un punto di monitoraggio". Così Lamberto Giannini, capo della polizia, durante l'iniziativa "La memoria di tutti. Palermo trent'anni dopo" . Ha aggiunto: "E' fondamentale lo scambio di informazioni tra le forze dell'ordine e la presenza sul territorio".

"Aggredire" i beni della mafia e "restituirli alla società è una cosa fondamentale". Lo ha sottolineato la ministra della Giustizia Marta Cartabia nel suo intervento alla manifestazione al Foro Italico. Il Protocollo sottoscritto nei giorni scorsi dal ministero con l'Agenzia dei beni confiscati, ha spiegato, "vuole affinare" gli strumenti previsti, "anche accogliendo il suggerimento della professoressa Maria Falcone: seguire questi beni in tutto il loro percorso perché possano essere a beneficio di tutti".

"Giovanni non voleva essere un eroe, ma voleva essere soltanto un magistrato che facesse il proprio dovere. Non dobbiamo pensare solo al passato, ma anche al futuro per questa nostra città". Così Maria Falcone sul palco del Foro Italico. "Saluto e ringrazio sempre il nostro presidente della Repubblica, il cittadino più importante di Palermo", ha aggiunto. "E grazie ai miei ragazzi delle scuole, alle insegnanti che in questi anni hanno fatto una rivoluzione copernicana".

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato al Foro Italico ed è stato accolto da un lungo applauso. Era accompagnato, tra gli altri, dal presidente della Camera, Roberto Fico, e da Maria Falcone.

"Ieri dallo stesso palco in cui si terranno le celebrazioni di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta - ha detto il candidato sindaco di centrodestra Roberto Lagalla - è stato operato nei miei confronti un premeditato linciaggio morale, camuffato da pièce teatrale. Non è mia intenzione esporre Palermo a potenziali violenze. È mio dovere salvaguardare la sua immagine di fronte alle più alte cariche dello Stato e all'intero Paese. Sono profondamente addolorato per il clima d'odio che qualcuno sta alimentando strumentalmente. Auspico che da domani si torni a parlare di Palermo e delle idee per la sua rinascita. Io di certo continuerò a farlo".

Ieri nel corso della manifestazione la "Repubblica della memoria", Maria Falcone aveva attaccato i candidati sindaci che accettano il sostegno di Marcello Dell'Utri e Salvatore Cuffaro, entrambi condannati per reati di mafia. Il riferimento è al candidato sindaco di centrodestra Roberto Lagalla, presente in platea nella prima parte della manifestazione. "Nelle scorse ore - ha detto stamattina Lagalla - ho avuto un colloquio telefonico con la professoressa Falcone per annunciarle con rammarico l'impossibilità di partecipare alla manifestazione di commemorazione dei trent'anni della strage di Capaci. Sono stato costretto a prendere questa decisione per evitare che qualche facinoroso, sensibile al fascino di certe feroci parole, potesse macchiare uno dei momenti simbolici più importanti della nostra città".

"A trent'anni dalla strage di Capaci, il Governo ricorda con profonda commozione Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. La loro memoria è forte, viva, universale", così in una nota il presidente del Consiglio Mario Draghi. "Grazie al coraggio, alla professionalità, alla determinazione di Falcone - ha aggiunto il premier - l'Italia è diventato un Paese più libero e più giusto. Falcone e i suoi colleghi del pool antimafia di Palermo non hanno soltanto inferto colpi decisivi alla mafia. Il loro eroismo ha radicato i valori dell'antimafia nella società, nelle nuove generazioni, nelle istituzioni repubblicane. Oggi dobbiamo continuare a far rivivere il senso più profondo dell'eredità di Falcone, nella lotta senza quartiere alla criminalità organizzata e nella ricerca della verità. Lo dobbiamo ai loro cari e ai cari di tutte le vittime dello stragismo mafioso".

Dalle 10 alle 11.30 sul palco allestito al Foro Italico partecipano alla giornata dedicata alle commemorazioni e alla "promozione sociale della memoria", il Capo dello Stato Sergio Mattarella, la presidente della Fondazione Falcone Maria Falcone, i ministri dell'Istruzione Patrizio Bianchi, dell'Interno Luciana Lamorgese, della Giustizia Marta Cartabia, dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, degli Esteri Luigi Di Maio e ancora: il capo della Polizia Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi.