Per confermare la sperimentazione su metropolitana e impianti verticali serve un milione e mezzo all'anno. Il sindaco: "Il biglietto è una cosa vecchia"
Genova. L’obiettivo a lungo termine non cambia: trasporto pubblico completamente gratuito, perché “il biglietto è una cosa vecchia”. Il sindaco Marco Bucci ribadisce il concetto durante un incontro in streaming organizzato dall’associazione Vince Genova con l’assessore alla Mobilità Matteo Campora e il mobility manager Enrico Musso. Ma per arrivarci bisogna trovare il modo di coprire costi annuali per 65 milioni, avverte il presidente di Amt Marco Beltrami. Nel breve termine, intanto, si punta a rendere permanente la sperimentazione su metropolitana e impianti verticali grazie ai fondi in arrivo dal ministero della Transizione ecologica per migliorare la qualità dell’aria.
“Per legge due terzi dei costi del trasporto pubblico sono coperti da finanziamenti pubblici – ricorda Beltrami -. Genova è una città virtuosa perché con la bigliettazione copriamo un terzo del servizio, che corrisponde a 65 milioni per la città metropolitana. I risultati della nostra sperimentazione sono estremamente interessanti: i genovesi sono attenti al portafoglio e quindi non dispiace usare i mezzi pubblici quando sono gratuiti. La sfida è come portare a sistema questa soluzione e quindi come coprire i 65 milioni attualmente coperti dalla bigliettazione”.
“Beltrami ha paura che il bilancio non torni e fa bene perché è il compito degli amministratori, ma non possiamo stare attenti solo ai bilanci – gli risponde Bucci col sorriso -. Quando siete a casa e aprite il rubinetto o accendete la luce pagate forse il biglietto? Il biglietto è una cosa vecchia e noi vogliamo fare le cose nuove. Le persone devono trovare il trasporto pubblico facile da usare: vedo il bus e ci salgo sopra. Anche l’app non è così immediata”.
Per ora è prorogata fino al 31 luglio la gratuità per la metropolitana dalle 10.00 alle 16.00 e dalle 20.00 alle 22.00 e su tutti gli impianti verticali per l’intero servizio. La sperimentazione era partita il 1° dicembre 2021 per la durata di quattro mesi ed è stata allungata di altri quattro mesi: “Su ascensori e funicolari abbiamo registrato finora un incremento dell’utenza pari al 50%, in metropolitana 15-20% in più nelle fasce di gratuità con significativi cambiamenti nei comportamenti dei passeggeri”, osserva Beltrami.
L’obiettivo di Tursi è confermare questo assetto per sempre, magari eliminando la distinzione sulle fasce orarie. Il costo in termini di biglietti non venduti è stimato dall’azienda in 120mila euro al mese, in proiezione quasi un milione e mezzo all’anno: le risorse potrebbero essere reperite all’interno del pacchetto da 29 milioni, stanziati soprattutto dal ministero della Transizione ecologica, che la Regione ha destinato in gran parte (21,8 milioni) a incentivi per la sostituzione dei mezzi inquinanti a Genova e La Spezia, mentre la quota restante andrebbe a finanziare proprio forme di incentivo per l’utilizzo del trasporto pubblico a patto che il ministero permetta di inserirle come voci di spesa corrente.
È chiaro che la rivoluzione caldeggiata da Bucci avrebbe bisogno di modifiche strutturali al sistema di finanziamento del trasporto pubblico. Di sicuro la strada verso la gratuità è ancora lunga visto che Genova è una delle città in cui i bus costano più cari. In base a uno studio condotto dalla Uil nell’ottobre 2021, il costo medio di un biglietto in Italia è 1,30 euro (a Genova 1,50 l’ordinario e 1,60 l’integrato Amt-Trenitalia), 34,54 euro l’abbonamento mensile (a Genova 46 euro), 310,16 euro l’abbonamento annuale (a Genova 395 euro salvo riduzioni). Sempre secondo la Uil, “a Genova la famiglia tipo, per l’abbonamento annuale, spende 1.269 euro, a Reggio Calabria ne spende 1.093 euro, a Venezia 970 euro, a Torino 878, a Firenze 872 euro”.
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